Trovare la strada una volta è questione di fortuna. Trovarla una seconda è questione di mappa.
Ognuno di noi conosce la realtà attraverso la propria personale costruzione degli avvenimenti e delle cose. Ognuno interpreta il mondo circostante in maniera unica, costruendo una mappa personale, diversa da quella di qualsiasi altro individuo.
Il modo in cui ci troviamo ad affrontare gli avvenimenti della vita varia in base alle nostre specifiche caratteristiche – culturali, sociali, ambientali, relazionali – e ai nostri pensieri, alle nostre aspettative, ai nostri desideri – veri e propri filtri della realtà.
Per allargare la nostra mappa mentale in maniera consapevole e migliorare il modo in cui ci approcciamo alla realtà dobbiamo impegnarci: il miglioramento non è facile, ma è possibile.
Per avere un giusto peso e un fisico in forma, dobbiamo superare le nostre abitudini: seguire un regime alimentare adeguato e impegnarci in un’attività fisica costante. Per raggiungere un livello professionale più alto, dobbiamo sfidare le nostre competenze. Se vogliamo conseguire un titolo di studi più elevato dobbiamo sfidare le nostre capacità. Anche riallacciare un rapporto di amicizia con un amico con il quale non parliamo da anni è un impegno emotivo.
Per raggiungere il nostro obiettivo dobbiamo mettere in atto delle azioni che costano fatica. Il cambiamento è un processo che genera un’evoluzione che si concretizza giorno dopo giorno, ma che produce un conflitto interno: la nostra mente respinge lo stress della fatica anche se percepisce le azioni di miglioramento come mezzo di autodeterminazione e autorealizzazione.
Lo stress, inoltre, è affiancato da un senso di precarietà dovuto all’incertezza di prendere decisioni senza possibilità di conoscerne a priori l’esito, senza sapere cioè quali cambiamenti queste decisioni apporteranno alla nostra vita.
Il miglioramento non è una meta, ma un processo che, come tale, implica un lavoro costante e faticoso.